Assemblea Straordinaria dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Brescia

Si terrà il giorno MARTEDÌ 12 DICEMBRE 2023 alle ore 17.30 l’Assemblea Straordinaria dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia, presieduta dal Presidente Arch. Stefano Molgora, presso l’  Auditorium S.Giulia in Via Giovanni Piamarta n.4.

Di seguito l’ ordine del giorno:

1.       Saluti istituzionali
2.       Accoglienza e presentazione neo-iscritti
3.       Presentazione e assegnazione coach ai neo-iscritti
4.       Ricordo dell’Arch. Lucio Serino. Presentazione del libro “Centarchitetticento”.
5.       Ricordo dell’Arch. Pippo Cantarelli
6.       Presentazione del nuovo sito istituzionale
7.       LABB Love Architettura Bergamo Brescia: resoconto delle iniziative nell’ anno di Bergamo Brescia Capitale 2023.
8.       Aggiornamento iniziative.
9.       Premiazione colleghi 30-40-50 anni di iscrizione all’ Ordine.

Dopo la conclusione dell’Assemblea avrà luogo un buffet aperto agli iscritti e agli ospiti. Per questo motivo è necessario che gli iscritti prenotino la propria partecipazione (specificando se è anche per il buffet), entro mercoledì 6 dicembre all’indirizzo emailinfo@brescia.archiworld.it  

Per la partecipazione all’Assemblea Straordinaria 2023 verranno erogati di n. 2 cfp formazione ordinaria. I cfp verranno caricati al termine dell’iniziativa.

Resoconto Assemblea Straordinaria 12 dicembre , Auditorium S. Giulia

Si è svolta martedì 12 dicembre, con una grande partecipazione dei colleghi, presso l’Auditorium Santa Giulia di Brescia – cornice idealmente scelta a suggellare l’impegno che durante il corso dell’anno ha visto l’Ordine in prima linea per le celebrazioni di Bergamo-Brescia Capitale della Cultura -, l’Assemblea Straordinaria dell’Ordine degli Architetti PPC di Brescia.

L’assise, presieduta dal presidente arch. Stefano Molgora, affiancato è stata preceduta dalla Giornata di benvenuto per i neo-iscritti, con presentazione  e assegnazione dei coach, nuova figura introdotta dall’Ordine per supportare i giovani architetti che muovono i primi passi nella professione. Tra i punti all’Ordine del giorno, la presentazione a cura del vicepresidente arch. Marco Garau del nuovo sito web (www.ordinearchitettibrescia.it), primo in Italia targettizzato in base agli utenti (Architetti-Enti-Cittadini), quindi il riepilogo degli eventi che hanno caratterizzato il progetto Lab-Love Architettura, messo in campo con l’Ordine Architetti PPC di Bergamo e il ringraziamento al gruppo di lavoro coordinato dall’arch. Valeria Boschi. Un ricordo particolare è stato dedicato a due colleghi scomparsi, l’arch. Lucio Serino, di cui è stato ripresentato il volume “Centarchitetticento” e l’arch. Giuseppe Cantarelli, autore di opere importanti (come le Tre Torri). In conclusione, il segretario arch. Stefania Baronio ha proceduto alle Premiazioni dei colleghi con 30-40-50 anni di iscrizione all’Ordine.

LETTERA ALL’ ARCHITETTURA dell’ Arch. Claudio Gasparotti (premiato, 50 anni di iscrizione all’ Ordine)

LETTERA ALLA ARCHITETTURA
Architettura “mi hai dato un bel viaggio, senza di te mai mi sarei messo sulla strada, cosa altro mi aspetto?”
All’inizio e per lungo tempo, la nostra navigazione fu possibile solo con tanti strumenti e artifici: righe, squadre, pennini, trasferibili, lamette da barba per grattare su superfici opache piuttosto che lucide come si facevano chiamare. Da Venezia mi ero portato a casa un parallelografo: una lunga stecca con rotelline che scorrevano su una corda tesa. Che meraviglia di semplicità!
C’era comunque il momento iniziale, quello che non mi ha mai spaventato per il foglio bianco che avevo davanti se avevo una matita, lo strumento più vicino alle nostre idee, ai miei pensieri, perché come diceva Kant “la mano è la finestra della mente”.
La matita, legno e grafite, sintesi di natura vegetale e minerale abbracciati.
Ricordi, architettura, la fissa di Carlo che la voleva sempre temperata durante i seminari ai Tolentini? A pensarci forse nel dire ben temperata pensava a Bach e al suo clavicembalo.
E così fu per lungo tempo.
Un giorno, non tanti anni fa, la furia di Nettuno affonda tutto: penne, colori, tratteggigrafi, (chi li ricorda?), tecnigrafi. Sembrava di poter dire che il nostro rapporto potesse finire insieme ai tavoli inclinati sui quali avevamo passato tanti anni.
All’inizio comparve uno schermo verde, si diceva ai fosfori, un colore augurante per andare avanti. Ma che difficoltà con quello schermo al quale si parlava solo con una tastiera che accettava un alfabeto assurdo impossibile. Poi pian piano quell’intruso sostituì il suo codice con parole più domestiche comunque sempre infarcite di inglese, non certo facili per noi educati alla garbatezza del francese.
Superstiti alla tempesta rimasero sul tavolo, bosco sradicato da Vaia, solo le matite, comunque sempre pronte a essere accolte nell’incavo della mano, “quasi uno scalmo che quell’attrezzo accoglie e tiene” come lo ha chiamato Tullio Pericoli.
Si sa che lo scalmo è la sede del remo, che ha una origine greca da ‘rheo’ scorrere, e con questo attrezzo di legno e grafite il nostro percorso ha continuato a scorrere tra Ciclopi e Lestrigoni, per citare ancora Kavafis, ma tracciando nuove linee e ponendo i nuovi strumenti al servizio di ciò che nasce tra mente e matita e tra matita e foglio.
Sai architettura, una cosa che non mi stancherò mai di apprezzare di te è che con la tua natura ambivalente un poco umanistica e un poco scientifica, mi fai percorrere crinali essenziali per comprendere il mondo e poterlo interpretare, per vedere e immaginare oltre il presente. E, contrariamente ai tanti che reputano che i mestieri e le professioni debbano essere sempre più specialistiche, io credo che per guardare al futuro c’è bisogno che la cultura resti una.
E tu lo sai fare perché progetto in architettura è scienza e sapere umanistico, tecnologia e racconto, tecnica e visione sociale. Penso in definitiva che i migliori progetti dimostrino che non esiste una netta separazione tra scienza e cultura.
Si discusse molto negli anni successivi alla laurea di architettura impegnata nel sociale. Si leggeva la Piramide Rovesciata di Giancarlo De Carlo, mio relatore di laurea, un libro di architettura senza disegni o fotografie perché il tema era l’impegno culturale e civile tout court dell’architetto. Devo dirti architettura che quella per me fu scuola. Una grande scuola che integrava e arricchiva i tanti
insegnamenti dei miei maestri Veneziani. Fu un momento di coscienza, di presa d’atto che tu eri anche modificazione delle città e del territorio, eri occupazione di suolo un bene unico, eri modificazione della natura, del paesaggio. Anzi eri parte essenziale della costruzione del paesaggio.
Lo eri sia che i progetti fossero alla grande scala sia che lo fossero a livello di oggetti di design.
Il progetto sempre costruisce sul territorio e nel sociale cose che modificano, trasformano il mondo e gli uomini.
Una grande responsabilità quella che mi hai affidato, che hai messo nelle mani degli architetti e che mi hai insegnato fosse necessaria compagna del mio lavoro in questi 50 anni.
Voglio osare oltre con una considerazione paradossale. Se un medico sbaglia lo fa generalmente su una persona, se sbaglia un architetto lo fa su una parte della società.
Ricordo quando si parlava anche della necessità di un architetto condotto che portasse l’architettura al servizio delle necessità di base. Proseguo con il paradosso nessuno ha mai parlato di giuramento di Euclide simile a quello di Ippocrate.
Lo immaginate un giuramento di questo tipo:
“Regolerò il tenore di vita per il bene del territorio, secondo le mie forze e il mio giudizio, sarò attento a recare meno danno e offesa possibile al suolo, al paesaggio. Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un progetto mortifero…….
Fa un poco sorridere? Forse detto in questo modo certamente.
Vediamola in positivo, l’architetto come dicevo è un costruttore di paesaggi, un visionario sull’uso del territorio, un utilizzatore di importanti risorse, e interviene nei beni che la Storia e la natura, ci hanno messo a disposizione affinché sia la natura che la storia abbiano sia un presente che un futuro.
E quindi, bisogna fare in modo che la conoscenza che esce dalla matita, durante la navigazione debba essere accompagnata da un’etica e professata con coerenza e con costanza nel tempo.
Se vogliamo essere sintetici diciamo, cara architettura, che tu debba essere oltre che disciplina e conoscenza, anche etica e coerenza.
Spero architettura di essermi meritato questa responsabilità e di avere assolto al meglio il mio compito, pur con tanti errori che sicuramente ho compiuto.
Ora sono scivolati tra le dita (è proprio il caso di dirlo) 50 dei miei anni, mia cara, io ho la pretesa di non sentirmi architetto anziano finché riesco a leggere di architettura e di altre cose che mi appassionano, con interesse, a sedermi con desiderio al tavolo di lavoro con la mia matita, ad avere uno sguardo critico sulle cose e con la voglia di tenere fede a quanto ha scritto Theodor Adorno che da anni ho messo al piede di ogni mia mail:
“Una architettura degna dell’uomo, ha degli uomini e della società un’opinione migliore di quella che corrisponde al loro stato reale”
Un sintetico programma viatico per il futuro e un interessante antidoto da suggerire soprattutto ai giovani che vedo entrare oggi nell’Ordine con tanto entusiasmo, ma che dovranno misurarsi con le sfide del mondo un po’ mal concio che lasciamo loro, e con l’invadenza delle nuove tecnologie che avranno, o già hanno, la pretesa di guidare la loro matita.


Brescia 12 dicembre 2023 Claudio Gasparotti